La trasformazione digitale e la transizione ecologica – pur in un contesto in cui le risorse pubbliche sono sempre più orientate verso politiche di sicurezza e difesa – stanno ridefinendo in profondità il mondo del lavoro. La richiesta di nuove competenze è costante e coinvolge ormai tutte le professioni: dalla gestione dei dati all’efficienza energetica, dalle soft skill relazionali all’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici. Di fronte a questa accelerazione, le imprese si stanno muovendo verso modelli formativi più flessibili, adottando strumenti agili e modulabili come il microlearning, le piattaforme on-demand e i percorsi personalizzati.

L’idea è semplice quanto ambiziosa: permettere a ogni lavoratore di apprendere ciò che serve, quando serve, secondo i propri ritmi e bisogni. Non più corsi massivi e standardizzati, ma occasioni formative brevi, mirate, capaci di integrarsi nel flusso operativo quotidiano. La formazione diventa così diffusa e continua, un sapere incorporato nel lavoro stesso e non più separato da esso.

Ma questa stessa fluidità porta con sé nuove difficoltà. Il passaggio a una formazione sempre disponibile e auto-gestita può facilmente trasformarsi in un’esperienza frammentaria, discontinua e solitaria. Senza contesti collettivi, senza momenti di confronto reale, senza una regia che accompagni e orienti, la formazione rischia di diventare un compito individuale da svolgere in solitudine, come un dovere privo di relazioni e di riconoscimento. Si moltiplicano contenuti e piattaforme, ma non sempre si costruiscono percorsi che aiutino le persone a orientarsi, a integrare il nuovo sapere con l’esperienza, a trasformarlo in competenza reale.

Imparare, in realtà, non è mai solo un processo cognitivo, ma anche – e soprattutto – un atto relazionale.

Nonostante le criticità, i benefici di questa evoluzione sono concreti:

  • Maggiore accessibilità e flessibilità, che permettono di apprendere secondo tempi e modalità personali.
  • Personalizzazione dei percorsi, che risponde ai bisogni specifici dei ruoli e delle persone.
  • Riduzione del time-to-competence, con un aggiornamento più rapido in linea con le sfide del mercato.
  • Stimolo all’auto-apprendimento, che favorisce l’autonomia e la motivazione intrinseca.
  • Possibilità di integrare formazione e lavoro, riducendo i tempi improduttivi e aumentando l’efficacia.

Foto di Yustinus Tjiuwanda su Unsplash